Brevi cenni storici sull’intelligenza emotiva
Un gruppo sempre più numeroso di psicologi è pervenuto alla conclusione di ritenere che i vecchi concetti relativi al Qi (punteggio che misura e valuta il livello dello sviluppo cognitivo della persona) fossero imperniati su una gamma ristretta di abilità linguistiche e matematiche e che, sebbene un buon Qi fosse un fattore predittivo diretto al successo scolastico come studente o insegnante, si rivelava però molto meno efficace quando la vita cominciava ad allontanarsi dal mondo accademico.
Questi psicologi, tra cui si ritrovano Sternberg e Salovey, hanno fatto propria una concezione più ampia dell’intelligenza, cercando di reinventarla e ridescriverla nei termini di ciò che è necessario possedere per avere successo nella vita. Questa linea di ricerca ha portato a riapprezzare quanto sia fondamentale l’intelligenza emotiva o personale.

1. Conoscenza delle proprie emozioni
L’autoconsapevolezza, in altre parole la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta, è la chiave di volta dell’intelligenza emotiva. La capacità di monitorare, istante per istante, i sentimenti è fondamentale per la comprensione psicologica di se stessi, mentre l’incapacità di farlo ci lascia alla loro mercé. Le persone molto sicure dei loro sentimenti riescono a gestire molto meglio la loro vita; esse infatti hanno una percezione più sicura di ciò che realmente provano riguardo a decisioni personali che possono spaziare dalla scelta del coniuge all’attività professionale da intraprendere, sino a quale scelta strategica operare all’interno di un’importante situazione lavorativa.
2. Controllo delle emozioni
La capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati si fonda sull’autoconsapevolezza. La capacità di calmarsi, di liberarsi dall’ansia, dalla tristezza o dall’irritabilità, è preziosa. Coloro che ne sono privi, o scarsamente dotati, si trovano a dover perennemente combattere contro sentimenti tormentosi, mentre gli individui capaci di controllo emotivo riescono a riprendersi molto più velocemente dalle sconfitte e dai rovesci della vita.
3. Motivazione di se stessi
La capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obbiettivo è una dote essenziale per concentrare l’attenzione, per trovare motivazione e controllo di sé, come pure ai fini della creatività. Il controllo emozionale, cioè la capacità di ritardare la gratificazione e di reprimere gli impulsi, è alla base di qualunque tipo di realizzazione. La capacità di entrare nello stato di “flusso”, cioè quello stato privo di interferenze emotive tipico di quando siamo concentrati in un’attività che ci appassiona, ci consente di ottenere prestazioni eccezionali di qualsiasi tipo. Chi ha queste capacità tende a essere più produttivo ed efficiente in qualunque ambito si applichi.
4. Riconoscimento delle emozioni altrui
L’empatia, un’altra capacità basata sulla consapevolezza delle proprie emozioni, è fondamentale nelle relazioni con gli altri. La “sordità emozionale” ha un costo sociale altissimo, mentre l’empatia genera altruismo. Le persone empatiche sono più sensibili ai sottili segnali sociali che indicano le necessità o i desideri altrui. Questo le rende più adatte alle professioni di tipo assistenziale, all’insegnamento, ma anche alla vendita e alla dirigenza.
5. Gestione delle relazioni
L’arte delle relazioni consiste in larga misura nella capacità di dominare le emozioni altrui. Si tratta di abilità che aumentano la popolarità, la leadership e l’efficacia nelle relazioni interpersonali. Coloro che eccellono in queste abilità riescono bene in tutti i campi nei quali è necessario interagire in modo disinvolto con gli altri: in altre parole, sono veri campioni delle arti sociali.
Conclusioni
Naturalmente, le persone hanno capacità diverse in ciascuno di questi cinque ambiti; può darsi, ad esempio, che alcuni di noi riescano a controllare benissimo la propria ansia ma siano relativamente incapaci di consolare i turbamenti altrui. Il nostro livello di capacità ha, senza dubbio, una base neurale; tuttavia, il nostro cervello è estremamente plastico, sempre impegnato com’è nei processi di apprendimento. Le eventuali carenze nelle capacità emozionali possono essere corrette: ciascuno di questi ambiti rappresenta, in larga misura, un insieme di abitudini e di risposte passibili di miglioramento, purché ci si impegni a tal fine e nel modo giusto.
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